Spiralis Mirabilis - Rivista dedicata alle arti marziali cinesi e alla cultura tradizionale cinese con focus su Tai Chi QiGong e DaoYin
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Spiralis Mirabilis Magazine

武術與中國文化 - Arti marziali e cultura tradizionale cinese

Lo squadrone della grande sciabola

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Pagina pubblicata in data 27 giugno 2023
Aggiornata il 28 giugno 2023

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Il percorso di un praticante o di una praticante di 太极拳 tàijí quán prevede lo studio di differenti armi, fra cui la sciabola.

Un’arma "figlia" di una lunga storia e di una lunga tradizione.

Nella gran parte delle scuole di arti marziali, in particolar modo in quelle in cui ci si dedica allo studio delle arti marziali tradizionali, la pratica non si limita solo allo studio di una 套路 tào lù, ma si sofferma anche sul retaggio, sulla storia, sulla cultura, che un’arma porta con sé.

La sciabola cinese è un’arma utilizzata originariamente dalla cavalleria. Con una lama pesante e curva, si prestava bene ad essere utilizzata da un cavaliere.

Nel corso della storia millenaria della Cina ha assunto innumerevoli varianti in termini di lunghezza e forma sia della lama che dell’elsa.

Le prime sciabole appaiono durante la dinastia shāng (1675 a.C. - 1046 a.C). A quel tempo, la metallurgia cinese era già molto sviluppata, e presentava una tecnica di lavorazione del bronzo di gran lunga superiore a quella di altri regni contemporanei.

Gli stessi generali di Roma antica, nelle campagne contro i Parti, erano consapevoli che i soldati parti utilizzavano armi e armature (cinesi) di fattura superiore a quelle utilizzate dai propri legionari.

Queste prime sciabole sono caratterizzate da una lama dritta, sono conosciute come 直刀 zhídāo o 直背刀 zhíbèidāo, letteralmente "sciabola dritta". La 直背刀 zhíbèidāo ha la parte posteriore della lama completamente dritta, e il bordo è dritto nella sua interezza.

La sciabola dritta era l’arma per eccellenza dell’esercito cinese, fino alle invasioni delle tribù mongole verso la fine della dinastia sòng (960 d.C. – 1279 d.C.), che utilizzavano sciabole ricurve. Da allora in poi, la forma curva della lama fu adottata praticamente come standard.

L’influenza delle sciabole mongole portò alla comparsa della sciabola chiamata 雁毛刀 yànmáodāo, una sciabola a lama dritta che si curva leggermente nel suo ultimo quarto. Questa sciabola è considerata una transizione tra la sciabola diritta e le successive sciabole più curve, e rimase in uso fino alla dinastia qīng (1644 d.C. – 1911 d.C.).

Dopo la dinastia yuán, le sciabole curve divennero molto popolari e iniziarono a essere chiamate 佩刀 pèidāo, termine che può essere tradotto come "sciabola indossata alla cintura". Queste finirono per sostituire la jiàn (la spada), perché richiedevano un addestramento molto più semplice di quello che richiede l’uso della jiàn.

Durante le dinastie míng e qīng, la sciabola più comune era la 柳叶刀 liǔyèdāo, anche se la 雁毛刀 yànmáodāo continuò ad essere in uso per gran parte di questo periodo.

La 柳叶刀 liǔyèdāo è caratterizzata da una lama curva per quasi tutta la sua lunghezza. Secondo i testi della prima metà del XX secolo, queste sciabole erano anche conosciute come 苗刀 miáodāo o "sciabola germogliata", anche se con questo termine oggi ci si riferisce ad una sciabola lunga con un’impugnatura che prevedeva la presa a due mani.

Nel XIX secolo, emerse il 牛尾刀 niúwěidāo (sciabola coda di bue). Questa sciabola è caratterizzata da una pesante lama con una moderata curva alla base, che si accentua man mano che ci si avvicina alla punta. Questa forma modifica la distribuzione del peso ed il centro di percussione della sciabola, che è più largo, e lo rende ideale per ferire un nemico senza armatura. Per questo motivo questa sciabola era molto popolare fra i guerriglieri e le milizie civili della tarda dinastia qīng, quando l’armatura non era più in uso a causa della proliferazione delle armi da fuoco.

La sciabola, fra le molte armi che offre la tradizione, è sicuramente quella più iconica. Tanto che è la più diffusa e studiata nelle scuole delle arti marziali tradizionali cinesi.

Fra le sciabole cinesi, quella che si diffuse in tempi più recenti fu la 大刀 dàdāo. Sciabola che divenne il simbolo della resistenza della popolazione cinese all’invasione della Cina da parte delle truppe giapponesi negli anni Trenta del Novecento.

Nel 1937 il Giappone invade la Cina, dando avvio a quella che oggi è conosciuta come seconda guerra sino-giapponese (中国抗日战争 zhōngguó kàngrì zhànzhēng).

L’invasione terminerà nel 1945 con la resa del Giappone agli Stati Uniti d’America dopo lo sgancio delle bombe nucleari sulle città di Hiroshima e di Nagasaki.

La 大刀 dàdāo è caratterizzata da una lama larga e robusta, che poteva raggiungere i 90 centimetri di lunghezza, e un’impugnatura lunga, che permetteva di maneggiare l’arma usando una o entrambe le mani, anche se questo dipendeva in larga parte dal peso dell’arma, che variava molto fra i diversi modelli. La 大刀 dàdāo ha una distribuzione del peso alla punta che gli conferisce un grande potere di taglio, quindi, era un’arma abbastanza efficace anche nelle mani di truppe poco addestrate. Per questo motivo fu utilizzato principalmente da guerriglieri e organizzazioni paramilitari, specialmente durante la seconda guerra sino-giapponese

Il Partito Nazionalista Cinese stimolò la formazione di milizie civiche, in particolare attraverso le associazioni di arti marziali per rispondere all’invasione giapponese. Il simbolo di questo fenomeno fu un’unità paramilitare composta da poco più di 500 uomini armati esclusivamente di una 大刀 dàdāo, conosciuta come "Big Sword Unit" o "Big Saber Contingent", 大刀队 dà dāo duì.

Affrontare i soldati giapponesi armati praticamente solo di una sciabola non era certo la scelta più appropriata in un "conflitto moderno". Ma come scriveva in un manuale d’uso della 大刀 dàdāo il maestro di 八卦掌 bāguà zhǎng 金恩忠 jīn'ēn zhōng: "Recentemente, le unità armate di sciabola del nostro esercito sono state ripetutamente trionfanti, dimostrando che la forza dei "proiettili umani" supera quella dei proiettili dell’artiglieria. La nostra nazione cinese è un vasto territorio con abbondanti risorse. Abbiamo 470 milioni di corpi di compatrioti da lanciare sull’insignificante numero di giapponesi. Se tutti abbracciassero l’idea che la morte è inevitabile e fossero convinti a morire come martiri, la vittoria non sarebbe difficile."

La gran parte della guerra civile che travolse la Cina alla fine degli anni Trenta fu caratterizzata da scontri per il controllo ed il mantenimento dell’autorità nei villaggi e nelle città. Il 大刀 dàdāo, la grande sciabola, era di fatto un mezzo efficace per generare "paura e rispetto" nella popolazione e negli avversari.

Inoltre, l’arma presentava un altro vantaggio. Poteva essere prodotta velocemente e a costi bassi in qualsiasi fucina della Nazione. Non servivano le fabbriche e gli impianti di produzione che le moderne armi da fuoco richiedono per essere costruite. In questo modo era più facile costituire milizie composte da civili e disporre di "truppe" per le seconde linee armate di lance e sciabole. "Truppe" che ricevevano un addestramento "grezzo" da parte dei locali maestri di arti marziali. Una soluzione non efficace su un campo di battaglia, ma sufficiente a mantenere l’ordine pubblico nei villaggi e nelle città attraverso operazioni di polizia.

Il 9 marzo del 1933, il Maestro 金恩忠 jīn'ēn zhōng, fu assegnato alla 大刀队 dà dāo duì e nel giugno di quell’anno redasse un manuale pratico intitolato 實用大刀術 shí yòng dà dāo shù (scaricabile cliccando qui), per aiutare i membri delle milizie ad apprendere le tecniche fondamentali per l’uso di quest’arma.

L’unità paramilitare 大刀队 dà dāo duì, ebbe un enorme impatto sulla popolazione cinese. Offrì la possibilità di guardare con orgoglio al proprio passato, e promosse ed enfatizzò l’abilità marziale dei soldati cinesi.

Questa unità divenne il simbolo di tutte quelle milizie che in quegli anni presero parte alla guerra sino-giapponese. Nel corso del tempo, lo Stato ne fece un vero e proprio strumento di propaganda. A tal punto che tutt’oggi si realizzano serie TV e film dedicati a questi “miliziani” che armati di una sciabola hanno saputo compiere “gesta eroiche”.

La 大刀 dàdāo è così divenuta un simbolo, il simbolo della "resistenza" e dell’ordine sociale.

Oggi nelle scuole di arti marziali si studiano 套路 tào lù con sciabole molto simili a quelle utilizzate da questi miliziani. Il modello più diffuso è la 牛尾刀 niúwěidāo.
Lo stile tradizionale della famiglia yáng nella regione di Pechino impiega una sciabola molto simile a quella impiegata nella resistenza ai giapponesi.

Ogni qual volta l’artista marziale tiene tra le mani una sciabola, ha tra le mani uno strumento che oggi è finalizzato all’allenamento ed al miglioramento di sé. Ma deve anche essere consapevole che lo strumento che ha in mano ha assunto differenti significati attraverso i secoli. Arma per conquistare, strumento di difesa, icona della resistenza di un popolo, e così via.

Conoscere la lunga storia di un’arma serve a non compiere gli errori e gli orrori fatti in passato.

Il nostro impegno di artisti e artiste marziali deve essere quello di trasformare in bellezza qualcosa che definire "terrificante" è riduttivo, per permettere alle generazioni future di vivere in un mondo migliore.

Pratica la tua conoscenza.
實踐真知
shíjiàn zhēnzhī

Francesco Russo

BREVE PROFILO DELL'AUTORE
Francesco Russo, consulente di marketing, è specializzato in consulenze in materia di "economia della distrazione".

Nato e cresciuto a Venezia oggi vive in Riviera del Brenta. Ha praticato per molti anni kick boxing raggiungendo il grado di "cintura blu". Dopo delle brevi esperienze nel mondo del karate e del gong fu, ha iniziato a praticare Taiji Quan (太極拳tàijí quán).

Dopo alcuni anni di studio dello stile Yang (楊式yáng shì) ha scelto di studiare lo stile Chen (陳式chén shì).

Oggi studia, pratica e insegna il Taiji Quan stile Chen (陳式太極拳Chén shì tàijí quán), il Qi Gong (氣功Qì gōng) e il DaoYin (導引dǎoyǐn) nella propria scuola di arti marziali tradizionali cinesi Drago Azzurro.

Per comprendere meglio l'arte marziale del Taiji Quan (太極拳tàijí quán) si è dedicato allo studio della lingua cinese (mandarino tradizionale) e dell'arte della calligrafia.

Nel 2021 decide di dare vita alla rivista Spiralis Mirabilis, una rivista dedicata al Taiji Quan (太極拳tàijí quán), al Qi Gong (氣功Qì gōng) e alle arti marziali cinesi in generale, che fosse totalmente indipendente da qualsiasi scuola di arti marziali, con lo scopo di dare vita ad uno strumento di divulgazione della cultura delle arti marziali cinesi.

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一口氣。一套太極拳。一個世界。
Yī kǒuqì. Yī tào tàijí quán. Yīgè shìjiè.

—— 龍小五

Un solo respiro. Una sola sequenza di Taiji. Un solo mondo.
—— 龍小五

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